Martedì 3 aprile si è tenuta una conferenza stampa congiunta tra il PD toscano e quello romagnolo per il rilancio della linea Faentina, dando vita ad un evento unico nel suo genere. Per la prima volta le due regioni si sono mosse all'unisono proponendo una mozione, approvata poi all'unanimità, che impegna la giunta regionale all’acquisto di nuovi treni diesel utilizzando le risorse degli accordi riguardanti gli investimenti previsti dal Governo…cioè i famosi 31 milioni di euro “…a richiedere il rispetto degli accordi che prevedevano cospicui investimenti sulla linea ferroviaria Faentina, da utilizzarsi per acquistare nuovo materiale rotabile e realizzare infrastrutture più adeguate funzionalmente…” e il mantenimento della tratta unita da Faenza a Firenze “…mantenimento della relazione intera, tra Firenze e Faenza , senza rottura di carico, per tutta l’offerta attuale...”.
Riguardo alle altre due mozioni, presentate nella stessa seduta del Consiglio Regionale toscano del 4 aprile, sono state respinte per motivi tecnici e verranno riaffrontate in una sottocommissione per arrivare ad un testo condiviso, di seguito un estratto dal comunicato stampa del Consiglio Regionale: “il consigliere Marco Carraresi (Udc) aveva chiesto di rimandare la votazione degli atti per “arrivare ad un documento di sintesi magari da discutere ed approfondire in commissione Infrastrutture”. Commissione che, come è stato comunicato dal vicepresidente Giuliano Fedeli (Idv), si sta attivando con una sottocommissione “dedicata alla verifica del contratto di servizio tra Ferrovie e Regione”.
Detto questo è più che comprensibile la rabbia dei pendolari che reclamano un servizio dignitoso e immediato e credo che i treni diesel che entreranno sulla Faentina entro un anno, a sostituire i pensionabili ALN, sui quali l’Assessore e il Presidente della Regione si sono impegnati, siano una prima risposta concreta, anche se non tutti sembrano essersene accorti, ma d’altronde non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Il treno è partito ma ancora c’è molto da fare, vorrei ricordare infatti che le richieste scaturite dal convegno di Marradi andavano oltre al solo svecchiamento del materiale rotabile, si è parlato anche di servizi informazioni (monitor) funzionanti, biglietterie automatiche che non si blocchino ogni tre per due, come di un progetto più ambizioso per il rilancio turistico dei nostri territori, all’unisono tra tutti i comuni e che si appoggi sulla nostra ferrovia.
Quindi non si sono certo risolti tutti i problemi ma la direzione è quella giusta e il ritmo è spedito.
L’unico rammarico è che questo percorso lo avremmo dovuto fare uniti come abbiamo sempre cercato di fare, mettendo da parte le divisioni politiche ma purtroppo pare non essere possibile. Noi andremo avanti ugualmente perché abbiamo da tempo fatto una scelta, la nostra scelta riguarda un modo di fare politica diverso che non basa la propria forza sul discredito dell'altro, a noi interessa proseguire sulla nostra strada, mettendoci in gioco, sempre in maniera trasparente, a viso aperto e con il sorriso sulle labbra perché crediamo che l’unico modo di risolvere i problemi, anche quelli cronici e nei quali Marradi è solo un pezzo di un puzzle ampio e complesso come la nostra ferrovia, sia quello di tirare fuori idee e proposte e mettere in campo dinamismo e coraggio. Zizzannia e chiacchiere da bar le lasciamo ad altri.
Il nostro obiettivo per Marradi non è battere un avversario, il nostro obiettivo va oltre, è forse più presuntuoso ma sicuramente più entusiasmante, il nostro obiettivo è fare la nostra parte per risollevare il nostro paese dall'immobilismo a cui è stato incatenato da ormai troppo tempo.
Tommaso Triberti